Museo Etnografico sardo – Nuoro

Il Museo etnografico sardo, chiamato anche Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde è il maggiore museo etnografico di tutta la Sardegna; è l’unico di diretta emanazione della Regione Sarda e rivolge la sua attività di documentazione e ricerca a tutto il territorio della Sardegna.

Il Museo etnografico sardo, che si trova a Nuoro (in via A. Mereu 56) è ospitato in complesso di edifici costruiti tra gli anni Cinquanta e i Sessanta ed appare ai visitatori come un villaggio sardo immaginario. Fino al dicembre del 2003 l’esposizione si articolava in 18 sale all’interno delle quali si seguiva un approssimativo criterio geografico pe quanto riguardava i capi di abbigliamento, mentre le altre tipologie di oggetti venivano collocate dove gli spazi lo consentivano.

In seguito il Museo è stato oggetto di un grande progetto di ristrutturazione che con interventi di restauro, riqualificazione e ampliamento che ha consentito una adeguata conservazione dei materiali esposti ed una loro organica presentazione, le informazioni utili per la comprensione di particolari testimonianze della vita materiale e dei momenti di aggregazione sociale più significativi.

All’interno dei suoi locali, il Museo dispone di una sala per esposizioni temporanee e di un auditorium che, oltre agli incontri e seminari di studio e alle manifestazioni promosse periodicamente dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico, come le rassegne internazionali di documentari etnografici, ospita con una certa continuità convegni, concerti, e rappresentazioni teatrali.

Il percorso attuale  si snoda attraverso tre aree: una sala principale che ospita gran parte delle tipologie delle raccolte, ed al centro della quale è situata una pedana che riproduce il profilo delle coste sarde, una saletta dedicata agli strumenti musicali ed una sezione dedicata al carnevale.

Le collezioni del museo comprendono circa 8.000 reperti, prevalentemente abiti, gioielli, manufatti tessili e lignei, armi, maschere, pani, strumenti della musica popolare, utensili dall’uso comune. Particolare attenzione è anche rivolta alla rappresentazione dei beni immateriali (religiosità popolare, feste superstizione, carnevali tradizionali, musica, canto e danza). I circa 80 abiti maschili e femminili ed i diversi capi d’abbigliamento infantile esposti sono tutti autentici e realmente utilizzati prima dell’acquisizione da parte del museo. Sono rappresentativi delle tipologie delle diverse zone storico-geografiche dell’isola e vengono esposti a rotazione sia per la loro conservazione che per rendere possibile la fruizione di gran parte della collezione.

Per quanto riguarda i gioielli, molti fanno parte integrante dell’abbigliamento popolare (bottoni, spille, catene); altri sono oggetti d’ornamento della persona (orecchini, pendenti, anelli); altri ancora sono amuleti, ex voto e oggetti di devozione (rosari, reliquiari, medaglie, croci).

Maschere facciali lignee, campanacci e pelli di pecora, rappresentano le varie manifestazioni che affondano le radici nelle vicende lontane dei popoli della Sardegna. Le sale dedicate a queste singolari testimonianze espongono le maschere dei “Thurpos” e dell’ “Eritaju” di Orotelli, dei “Boes” e “Merdules” di Ottana e dei “Mamuthones” e “Issohadores” di Mamoiada.

Sono presenti anche molti strumenti della musica popolare sarda, insieme a diversi dispositivi e giocattoli sonori; oggetti in legno con lavorazione a intaglio, utensili di uso comune da parte dei pastori in corno lavorato o sughero, ornamenti per buoi, cestini di fibre vegetali che risalgono alla fine dell’Ottocento e ai primi anni del Novecento.

Le vetrine del museo espongono infine circa cento pani tradizionali, parte della raccolta di oltre 600 varietà, gran parte delle quali ormai da tempo non più usate. Il pane, alimento base delle popolazioni sarde, scandiva i ritmi della vita: con il succedersi delle stagioni e dei cicli lavorativi, le feste, le ricorrenze familiari liete e tristi. Tutti questi tipi documentano uno straordinario e diffuso complesso di abilità nella realizzazione delle figure, e fa parte, come la filatura, la tessitura ed il condurre la casa, del più generale complesso di conoscenze proprio della donna sarda.

La visita del museo è quindi da considerarsi una occasione unica sia per gli studiosi che per i turisti.

Questi gli orari sono gli orari in cui è possibile visitare il Museo etnografico sardo:

Dal 15 giugno al 30 settembre aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00

Dal 1 ottobre al 15 marzo aperto dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00, con chiusura il lunedì

Dal 16 marzo al 14 giugno apertura dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 con chiusura il lunedì

Per maggiori informazioni e per consultare anche gli eventi e le attività periodiche che vengono proposte, vi rimandiamo al Sito Ufficiale dell’ISRE, l’Istituto Etnografico della Sardegna.

ISRE

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