I dolci di Carnevale in Sardegna: Zèppole (Tzìpulas) – Le tipiche frittelle di Carnevale
Le Zèppole, o Tzìpulas, sono le tipiche frittelle di Carnevale che si preparano in Sardegna.
Visto che siamo nel periodo del Carnevale, oggi Sardinia Turismo ripropone ai suoi utenti uno dei dolci di Carnevale più apprezzati di tutta la Sardegna. Stiamo parlando delle Zèppole, che in sardo prendono il nome di “Tzìpulas”. Si tratta delle tipiche frittelle di Carnevale che, con diverse varianti, si trovano non solo in Sardegna, ma anche in diverse parti d’Italia a dei paesi del Mediterraneo.
Scopriamo insieme qualcosa di più!
Zèppole (Tzìpulas):Le tipiche frittelle di Carnevale
Per la ricetta delle Zèppole e per le nozioni storiche delle “Tzìpulas” ci rifacciamo, come sempre, al sapiente Andrea Zucca di Su Furriadroxu, grazie al quale vi illustriamo questo tipico dolce carnevalesco.
Come detto, in Sardegna non esiste una ricetta unica le Zèppole, visto che a seconda della zona geografica (ma anche da paese a paese) la ricetta di questo dolce subisce delle varianti tipiche del luogo che differiscono tra loro. A prescindere dal tipo di impasto e dagli aromi utilizzati, le differenze si possono ridurre a due grandi categorie: le tzìpulas fritte a ciambellina e le tzìpulas gettate nell’olio col sacco a poche in modo da ottenere un lungo serpentone a spirale simile ai “Churros” spagnoli.
La ricetta delle Zèppole
Oggi vi diamo una spiegazione delle Tzìpulas fatte da sempre dalla mamma di Andrea, e prima di lei dalla nonna. Nello specifico sono le Zèppole che appartengono alla prima categoria, ovvero la tzìpula a ciambellina. L’impasto di queste tzìpulas riflette decisamente la cultura dolciaria del Campidano meridionale, contiene molti ingredienti, che nel corso si sono aggiunti, dando alla tzìpula una consistenza e una fragranza del tutto particolare. In una “scivedda” (ovvero un contenitore di terracotta) si impastano la farina, le uova, la ricotta, le patate, il lievito disciolto nel latte tiepido, la scorza d’arancia e lo zafferano disciolto nel filu ‘e ferru. Una volta ottenuto un impasto omogeneo, esso va lasciato riposare coperto da un panno nelle vicinanze di una fonte di calore, tradizionalmente il camino, di modo che un paio d’ore questo lieviti e sia così pronto per poter così confezionare le ciambelline che verranno così fritte, cosparse di zucchero e mangiate, possibilmente calde calde!
Per leggere l’articolo in multilingua si invitiamo a visitare la pagina web di Su Furriadroxu: Su Furriadroxu – Tzìpulas (Zeppole)
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Ecco qua di seguito i riferimenti:
4 risposte
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