Fotografie di Sardegna con Ivan Sgualdini

Oggi su Sardinia Turismo proviamo ad addentrarci nel mondo della fotografia e lo facciamo andando alla scoperta di un fotografo sardo: Ivan Sgualdini. Navigando online ci siamo imbattuti in alcune delle sue bellissime fotografie che ci hanno portato ad effettuare un interessante tour virtuale dell’Isola di Ichnusa tra mare, spiagge, paesaggi, città e monumenti.

Nel nostro piccolo proviamo a valorizzare ed evidenziare il lavoro di chi promuove la Sardegna dal punto di vista artistico, ed è indiscutibile che anche la fotografia sia un’arte. Per questo abbiamo pensato che il lavoro e le fotografie di Ivan meritassero di essere pubblicate. Ivan Sgualdini è un appassionato di fotografia che si dedica alle foto di paesaggi, natura e ritratti, alla fotografia di viaggi. Ma Ivan fotografa soprattutto della Sardegna, la sua terra natia, che offre tanti spunti interessanti grazie alle bellissime spiagge ed al mare cristallino, grazie alla ricchezza delle tradizioni popolari, grazie ai resti della cultura millenaria che sono arrivati ai giorni nostri, grazie alle manifestazioni folcloristiche, alle feste ed alle sagre che animano questa splendida terra. Tutto questo utilizzando varie tecniche fotografiche, proponendo lavori in HDR oppure delle panoramiche sferiche a 360°.

Cala Sinzias - Foto di Ivan Sgualdini

Ivan Sgualdini

Visto il nostro interesse verso il suo lavoro, abbiamo contattato Ivan Sgualdini e gli abbiamo fatto qualche domanda. Ecco qua sotto le sue risposte…..

Da dove nasce la tua passione per la fotografia?

La mia passione per la fotografia è nata circa quindici anni fa quasi per gioco. Era l’era in cui uscivano le prime macchine fotografiche digitali, le quali apparivano un’assoluta meraviglia, ma allo stesso tempo venivano criticate dai fotografi nati col tradizionale. Non ho praticamente mai scattato col tradizionale. Ho iniziato e sono cresciuto con la fotografia digitale, seguendola passo per passo nella sua evoluzione.

Viaggiavo molto in quegli anni e questo mi dava stimoli e spunti eccezionali dal punto di vista fotografico. Inoltre, vivendo in Sardegna, i paesaggi meravigliosi non mancano mai. Il gioco divenne presto una passione, e quando mi resi conto che le foto avevano anche un ritorno economico, ne feci un lavoro.

Quale è stata la tua prima macchina fotografica?

La mia prima macchina fotografica fu una digitale compatta di marca Epson. Aveva due megapixel, che oggi sembrano davvero ridicoli. Ma quindici anni fa segnarono una rivoluzione. Era una macchina semplice, che però mi permise di imparare le basi della fotografia, dall’esposizione alla composizione. Grazie a questa macchina il gioco diventò una vera e propria passione.

Nel 2004 feci quindi il balzo e comprai la mia prima reflex, la Canon 300D. Un altro mondo rispetto alla compatta. Era inoltre la prima reflex digitale “abbordabile” che costava sotto i mille euro. Aveva sei mega pixel, niente a che vedere con le reflex di oggi per velocità, capacità e qualità di immagine. Però delle gran belle foto le tirava fuori lo stesso! Infatti proprio in quegli anni iniziai a pubblicare le mie foto online, grazie al contemporaneo sviluppo a macchia di internet. Creai un mio sito internet dove raccontavo i miei viaggi e mostravo le foto. Fu allora che le prime riviste di viaggio nazionali mi contattarono per pubblicarle sui numeri dedicati alla Sardegna o ai luoghi di viaggio che avevo visitato, chiedendomi quando possibile anche di scrivere un articolo dedicato.

A quel punto la fotografia divenne una cosa seria e nel 2008 arrivò la Canon 40D, una reflex da 10 mega pixel velocissima, una macchina che ha ampliato enormemente le mie possibilità fotografiche. Da allora non ho mai smesso di aggiornare la mia attrezzatura. Oggi scatto con una Canon 6D, che possiede un meraviglioso sensore full-frame, e una Canon 70D, la quale rappresenta invece il top ad oggi dei sensori aps-c a formato ridotto (parlo sempre riferendomi ai prodotti Canon). Entrambe le macchine fotografiche hanno caratteristiche diverse e le uso per scopi diversi (paesaggi e ritratti la prima, foto sportive la seconda). Tengo a sottolineare comunque che il corpo macchina conta solo per metà nella fotografia, poiché le ottiche sono quelle che possono davvero fare la differenza in fatto di nitidezza, luminosità, creatività. Molti fotografi alle prime armi sottovalutano questo aspetto, focalizzando l’attenzione sui megapixel di una macchina e comprando magari ottiche economiche di scarsa qualità.

Il suggerimento che posso dare a chi sta iniziando ad addentrarsi nello splendido mondo della fotografia è quello di investire meno nel corpo macchina e più nelle lenti, poiché il primo invecchia velocemente ed è soggetto a continui miglioramenti a distanza di pochi mesi, mentre le ottiche professionali possono durare praticamente una vita e non perdono il loro valore negli anni.

Infine, ultimo ma non ultimo, l’attrezzatura è solo uno strumento. Niente può sostituire la creatività e l’arte del fotografo, la quale oltre che nella composizione, può esprimersi anche nella post-produzione. Una cosa questa che è stata spesso criticata e che per me invece non trova alcun fondamento. Io adoro la post-produzione, e ritengo che sia uno strumento validissimo per poter ampliare la propria arte. E’ proprio qui che la fotografia digitale ha davvero sorpassato quella tradizionale del rullino. Con lo sviluppo dei più recenti software, si possono migliorare e trasformare i propri negativi digitali in una maniera mai vista prima. L’importante è scattare sempre in formato Raw, mai nel Jpg. E’ un errore che ho fatto per anni pentendomi in seguito amaramente.

Quale è stato il tuo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?

Sono sempre stato un autodidatta nel mio percorso di apprendimento, imparando ad osservare i capolavori di altri fotografi, studiando dai libri di immagine e luce, in ultimo prendendo una miriade di informazioni dalla rete. Oggi basta collegarsi a youtube ed è possibile seguire video e corsi di fotografi bravissimi di tutto il mondo che mettono le loro conoscenze a disposizione di tutti. Basta masticare un pò di inglese.

Ritengo che praticare sia il modo migliore per apprendere. Ma sempre dopo aver imparato qualcosa di nuovo su cui applicarsi. In poche parole, studiare un pò di teoria, e fare tanta pratica per sperimentare. Una volta acquisita l’esperienza giusta, andare avanti imparando qualcosa di nuovo e rifare tanta pratica. Così è stato per me negli anni. Mi sono concentrato prima sulla fotografia di paesaggio, perché viaggiavo molto e mi piaceva immortalare la bellezza del nostro pianeta e mostrarlo agli altri. Poi ho acquisito tecniche come l’HDR (High Dynamic Range) e la multiesposizione, poi ancora la lunga esposizione con l’uso di filtri vari, poi sono passato al ritratto, all’uso dei flash off-camera e ai pannelli diffusori e riflettori, alla fotografia notturna e quella a 360° con i tour virtuali. Ma sempre un passo alla volta, concentrandomi su un obiettivo alla volta. L’unico modo per acquisire veramente a fondo una tecnica fotografica è dedicarci tempo e provare e riprovare finché non si ottengono i risultati desiderati. Ci vuole molta costanza e dedizione, come per qualsiasi attività/passione che si voglia intraprendere con serietà.

Cosa rappresenta per te la fotografia dal punto di vista emotivo?

La fotografia è arte. E l’arte è emozione. Tutto qui, molto semplice. La fotografia deve emozionare, deve far scattare qualcosa di chimico nell’osservatore. Altrimenti resta solo un’immagine usa e getta. Non importa come sia stata realizzata o con quale attrezzatura, o quanto sia lavorata o meno in post-produzione. Queste sono considerazione che vengono in seconda analisi, o si lasciano agli esperti. La cosa fondamentale è che l’osservatore la guardi e riceva un messaggio diretto, meglio ancora se si tramuta in emozione di desiderio, passione, meraviglia, stupore, ecc.

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto in una fotografia?

Questa è una domanda a cui è effettivamente difficile dare una risposta. Ritengo che vi sia da considerare la combinazione di diversi fattori. Innanzitutto è sempre vero il motto “trovarsi nel posto giusto al momento giusto“. Per esperienza dico che non si può prevedere tutto, soprattutto quando si esce all’aperto. Molte delle mie foto migliori sono state realizzate grazie al motto di cui sopra. Mi trovavo nel posto giusto al momento giusto, che in genere non dura più di qualche attimo o al massimo qualche minuto. E’ anche vero che il posto giusto va sempre cercato, non si trova stando in casa. Bisogna uscire, girare, avere la macchina sempre appresso. Si può tentare dieci volte un tramonto e alla fine il migliore può essere quello che arriva quando non l’hai cercato. Queste considerazioni valgono soprattutto per la fotografia outdoor, da paesaggio, da street, ecc. Per il ritratto invece si possono studiare con più cura i dettagli allestendo un set, ma comunque l’elemento sorpresa c’è sempre e può essere positivo o negativo.

Inoltre, un altro aspetto fondamentale è saper cogliere l’attimo giusto. Molte persone non sono pronte o non lo realizzano nemmeno quando se lo ritrovano davanti agli occhi. Ci vuole sempre un gran colpo d’occhio, bisogna sempre osservare tutto perché spesso la bella foto è lì dietro l’angolo, o in qualche dettaglio che aspetta solo di essere scovato.

Infine, una giusta percentuale di merito bisogna attribuirla all’attrezzatura, poiché è effettivamente vero che alcune tipologie di foto non possono realizzarsi decentemente se non si ha in mano lo strumento giusto. E’ difficile ottenere buoni risultati se vado a fotografare il fenicottero e non ho un teleobiettivo adeguato, così come è difficile riprendere un evento sportivo se non ho una macchina veloce (con almeno 7-8 fps al secondo ad esempio) e un sistema di messa a fuoco decente. Allo stesso modo posso fare altri mille esempi sui ritratti, paesaggi, uso di filtri, cavalletto, flash, ecc. Purtroppo anche il più grande dei fotografi non può portarsi sempre appresso tutti i chili di una pesante e numerosa attrezzatura, perciò spesso conta molto fare la scelta giusta e per carità ammettiamolo, quel pizzico di fortuna che non guasta mai!

Per lo stile hai fatto riferimento a quale grande fotografo mondiale?

Paradossalmente non ho un mio mito a cui fare riferimento. Ho sempre ammirato tanti fotografi e tanti stili, prendendo spunti da tutti a 360°, senza fissarmi troppo sulla storia e vita di ciascuno. Seguo molti fotografi contemporanei che trovo interessanti ed originali, come Joel Grimes, Tim Tadder, Tim Vollmer, Serge Ramelli, Gavin Hoey, Vittore Buzzi. Ma la lista potrebbe proseguire a lungo!

Ivan Sgualdini

Ivan Sgualdini

Ringraziamo Ivan Sgualdini per il tempo che ci ha dedicato. Per chi volesse ammirare i suoi lavori, vi elenchiamo qua sotto le pagine web e social dove potete trovarlo, con la speranza che magari più avanti si riesca a pubblicare qualche suo lavoro anche qua su Sardinia Turismo.

Ivan Sgualdini – Offical Web Site

Ivan Sgualdini – Flickr

Ivan Sgualdini – Facebook

Ivan Sgualdini – Twitter

Ivan Sgualdini – Pinterest

Potete contattarlo via mail al seguente indirizzo: info@ivansgualdini.it

Capo Testa - Foto di Ivan Sgualdini

Capo Testa – Foto di Ivan Sgualdini

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