Intervista a Stefano Sardara, presidente della Dinamo Basket Sassari

Oggi abbiamo il grande piacere di pubblicare sulle pagine di Sardinia Turismo la nostra intervista a Stefano Sardara, presidente della Dinamo Basket Sassari. Imprenditore sassarese classe 1969, Sardara è il vero deus ex machina della Dinamo Sassari, della quale ha preso la guida nel 2011. E da quel momento per la Dinamo è stato un continuo crescendo, non solo dal punto di vista dei risultati sportivi. Oltre ai prestigiosi titoli (1 Scudetto, 2 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana) infatti Sardara ha regalato ai tifosi biancoblù di Sassari e di tutta la Sardegna la possibilità di sognare in grande, come è abituato a fare lui.

Tra i progetti messi in campo da Stefano Sardara ci sono la Club House, la casa dei supporter della Dinamo Basket, la Dinamo Academy, il “laboratorio” dei giovani della Dinamo Basket Sassari. Ed infine il più grande sogno, Mondo Dinamo, ovvero il nuovo Palasport della Dinamo Sassari. Anche questa estate sarà riproposta ed ampliata anche l’offerta dei Dinamo Camp, il consueto appuntamento estico dedicato ai giovani cestisti di tutta l’isola, che saranno seguiti dallo staff Dinamo, sotto la guida del responsabile tecnico del settore giovanile biancoblu Giorgio Gerosa e degli allenatori della Dinamo Academy.

Ecco qua di seguito l’intervista a Stefano Sardara:

1.    Presidente, ci faccia un bilancio sulla stagione appena conclusa.

È stata sicuramente una stagione particolare, non sarei onesto se non ammettessi che c’è un po’ di amarezza per come si è conclusa. Abbiamo fatto degli errori e abbiamo pagato gli infortuni che ci hanno condizionato molto, sia nell’andamento della stagione sia nella creazione della chimica di gruppo. Poi dispiace non aver centrato alcune qualificazioni per una manciata di canestri, ma credo possa essere un bel crocevia per ripartire con entusiasmo e concretezza.

  1. Quali sono i giocatori che l’hanno maggiormente colpita, in positivo, nel corso della stagione?

Mi ha colpito l’atteggiamento della squadra che ha dimostrato, nelle difficoltà, di fare quadrato e provare a risalire la china. Purtroppo una serie di coincidenze non hanno ripagato questa fame e volontà di rivalsa, ma soprattutto nelle ultime partite ho visto il fuoco negli occhi di tutti e la voglia di tramutare la rabbia in agonismo.

  1. C’è qualche scelta che non rifarebbe tornando indietro? 

Come ho già detto rifarei la scelta di Pasquini allenatore ma probabilmente non nella doppia veste di coach e general manager, senza uno staff più strutturato per un confronto critico quotidiano. Ma in linea di massima non sono una persona che vive di rimpianti.

  1. E’ la prima volta da quando siete approdati in Serie A che non fate i Playoff. Cosa è successo? E può essere visto come un punto di ripartenza?

Come detto non sono una persona che vive di rimpianti, dispiace non aver centrato i playoff ed essere arrivati all’ultima giornata dovendo trovare i giusti incastri con i risultati degli altri campi. Sicuramente è un punto da cui ripartire, ritrovando entusiasmo e carica agonistica per lottare sul campo dalla prima giornata fino all’ultima della prossima stagione.

  1. Dopo l’addio con Zare Markovski chi sarà a guidare la squadra? Si parla di Vincenzo Esposito, che sembra avere il profilo ideale per ricoprire questo ruolo.

Abbiamo ufficializzato coach Esposito questa settimana, siamo convinti che sia un buon punto da cui ripartire con un progetto serio e strutturato che mira alla crescita e alla continuità, come avevamo già previsto nel progetto Dinamo 2018 che, per ragioni di forza maggiore, è diventato Dinamo 2020. Tante volte abbiamo detto che la vittoria del triplete è arrivata molto in anticipo rispetto a quanto avessimo mai potuto immaginare, abbiamo bisogno di ripartire con entusiasmo e la giusta carica di agonismo. Ma prima di ogni altra cosa vogliamo riprendere a divertirci: facciamo pallacanestro, siamo dei privilegiati, e ciò che facciamo deve servire ad alleggerire la testa non a caricarla di critiche e pensieri.

  1. Avete un ottimo un nucleo italiano formato da Devecchi, Polonara e Spissu. Quali saranno le altre conferme?

A stagione in corso sono già arrivate le firme di Bamforth, Pierre e Tavernari. Negli anni passati una delle cose che ci è mancata di più è la continuità, che è stata il punto di forza del club fino al 2015, per questo abbiamo lavorato fin dal primo giorno della stagione 2017/2018 per ritrovare quel continuum che abbiamo un po’ pagato nel post triplete.

  1. Bucarelli e Rullo faranno parte della squadra il prossimo anno? Oppure resteranno in LegaDue con la maglia della Cagliari Dinamo Academy?

Faremo queste valutazioni con il coach e sceglieremo con attenzione quella che sarà la decisione migliore per i ragazzi e per il club. Siamo contenti di aver fatto esordire Lorenzo Bucarelli in maglia Dinamo nelle ultime due gare della regular season così come siamo felici della crescita di Roberto Rullo nel corso della stagione in maglia Dinamo Academy. Abbiamo investito con entusiasmo nel potenziale di questi ragazzi e crediamo nella loro crescita.

  1. C’è un giocatore che in questi anni avrebbe voluto portare a Sassari senza però riuscirci?

Ho provato più volte a trattare con Lebron James ma, non capisco perché, non ha mai preso in considerazione le nostre offerte.

  1. Come andrà avanti il progetto Cagliari Dinamo Academy?

Il primo anno della Pasta Cellino ha registrato un buon risultato sul campo, con la conquista della salvezza, e sugli spalti, con un significativo riavvicinamento della città di Cagliari alla ribalta della Legadue. La soddisfazione più grande è che al termine di questa stagione il modello che abbiamo proposto, con una lega di sviluppo associata a un club di serie A, sia stato accolto con entusiasmo da altre società della massima serie che l’anno prossimo seguiranno il nostro esempio. Proseguiamo in questa direzione, dando l’opportunità ai giovani talenti di farsi le ossa e crescere, confrontandosi con un campionato di Legadue dove possono avere minuti importanti.

  1. Ritiene che lo Scudetto del 2015 sia stato un exploit isolato? Oppure pensa che la sua squadra possa tornare a lottare per il tricolore?

Lo sport ci insegna che nulla è impossibile, lo scudetto è stato un risultato meraviglioso che ci ha travolto e fatto vivere un sogno incredibile. Detto questo bisogna avere la consapevolezza dei propri mezzi e un pizzico di follia nell’inseguire sempre l’impossibile: ripartiamo da qui, con i piedi ben piantati a terra ma lo sguardo rivolto verso l’alto.

Stefano Sardara

Stefano Sardara

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4 risposte

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