Il Nuraghe

Quale immagine rappresenta di più la Sardegna? Certo negli ultimi decenni le spiagge, come ben sottolineato anche sul nostro Portale, hanno cominciato a farla da padrone, ma c’è un’immagine che resiste ed è quasi impossibile non trovarla su depliant, guide turistiche, cartoline, siti specializzati: il Nuraghe.

Inizieremo oggi a parlarne, dapprima in generale, poi andando a conoscere nel dettaglio quelli più caratteristici, o semplicemente i più famosi. Sono circa 7000 i Nuraghi ancora in piedi (ma alcune fonti parlano di 8000 – 9000) che in tutta la Sardegna fanno bella mostra di se e con la loro tipica struttura ci invogliano a scoprirne i segreti e le caratteristiche.

Il nome: nuraghe (in logudorese), nuraci o nuraxi (in campidanese), nuragu (in sassarese), naracu (in gallurese) è di etimologia abbastanza incerta; secondo molti studiosi sardi la radice nur  di origine molto primitiva, significa cumulo cavo formato da grossi blocchi di pietra; altri fanno derivare il nome da Norax o Norace, eroe degli Iberi – Balari, ma ancora ci si interroga e si cerca il significato univoco della parola.

Intanto quello che sappiamo è che queste costruzioni, la cui edificazione è avvenuta nel II millennio A.C., all’incirca dal 1800 A.C. fino al 1100 A.C., mentre il periodo di massimo splendore della civiltà nuragica si colloca tra il 1200 A.C. e il 900 A.C., è che sono i monumenti megalitici più grandi e meglio conservati dell’intero continente europeo.

Non c’è uniformità di idee anche sulla loro funzione: gli storici infatti non sono concordi nel ritenere che fossero unicamente degli edifici a carattere civile-militare, destinati al controllo e alla difesa del territorio ed è ancora da definire con certezza la tecnica di costruzione utilizzata per edificarli. Esistono nuraghi costruiti in pianura, sulla sommità di colli, ma anche nei fianchi riparati e non panoramici dei monti. Si pensa che quelli collocati sulle vette dei colli, a torre semplice, fossero torri di avvistamento in contatto visivo l’un l’altra, mentre i grandi complessi, a più torri attorno ad un mastio centrale ed un cortile, avessero funzioni differenziate, che comunque sono sempre riferite a costituire il centro della comunità. La disposizione di circa un migliaio di strutture lungo la costa potrebbe anche dimostrare che erano utilizzate come torri di avvistamento, costituendo un primo sbarramento difensivo ed un luogo di controllo degli approdi nonchè per accogliere i mercanti che solcavano i mari.

La più grande quantità di nuraghe sono quelli a monotorre, singole e non molto grandi, munite di una scala interna che raggiunge la sommità od in alcuni casi un secondo piano, coperto a volta. Le mura che compongono la torre sono molto robuste e possono arrivare fino a 4 – 5 metri di spessore, con un diametro che alla base può raggiungere anche i 30 metri. In epoche successive sono poi stati edificati a gruppi, il nuraghe Arrubiu ad Orroli per esempio è una costruzione complessa che comprende 17 torri, e con bastioni angolari come il nuraghe Santu Antine a Torralba ed il nuraghe Losa ad Abbasanta. Del periodo detto Nuragico III è poi il villaggio nuragico Su Nuraxi di Barumini.

Di tutto questo e di molti altri forse meno conosciuti, ma altrettanto importanti ed interessanti vi parleremo nei prossimi articoli. A presto!!!!!!!!!!!

Castelsardo - Nuraghe Paddaggiu (foto Tati@)

Nuraghe Seruci (foto Gabriele Zucca)

Per le foto si ringraziano:

Anna Tatti (Tati@)

Gabriele Zucca

Le foto ed i diritti di autore sono e restano di proprietà degli autori.

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