I siti archeologici della Sardegna, tra cultura e bellezze naturali

La Sardegna attira turisti da tutto il mondo con il suo mare cristallino, la sua cucina golosa e la sua gente super ospitale. Ma l’isola è anche ricca di cultura e di storia, ed offre preziose testimonianze di diverse civiltà antiche: i Nuragici, i Fenici ed i Romani.

Ecco qua i siti archeologici più belli della Sardegna.

La Villa di Tigellio a Cagliari, importante testimonianza della Roma imperiale

La villa di Tigellio in realtà non è soltanto un’abitazione signorile: si tratta di un vero e proprio complesso archeologico, databile tra il I secolo a. C. ed il I secolo d. C., che comprende un intero quartiere romano, con tanto di terme e tre domus. In particolare, due delle case nobiliari rinvenute presentano mosaici e decori di pregio: non a caso, sono state ribattezzate “casa degli stucchi” e “casa del tablino dipinto”.

Sulla base di alcune fonti storiche, successivamente smentite, la villa è stata erroneamente considerata proprietà del sardo Tigellio, poeta e amico intimo di Giulio Cesare. Con l’imperatore, Tigellio condivideva la passione per il lusso e quella per i giochi svolti durante i Saturnali, tra cui l’alea, un antenato del moderno backgammon.

Il poeta sardo è stato immortalato negli scritti di Cicerone e Orazio come un personaggio estremamente eccentrico.

Il sito archeologico di Nora, nel cuore della Sardegna

Nora sorge a pochi chilometri da Cagliari, ed è quindi facile da raggiungere per i turisti che si trovano in vacanza nelle località balneari della Sardegna. È stata la prima città fenicia dell’isola, intorno al VIII secolo a. C., poi venne conquistata dai Cartaginesi ed infine dai Romani. Nel I secolo d. C. divenne un municipium di Roma.

A Nora, l’attrazione principale è sicuramente il teatro, l’unico di epoca romana presente in Sardegna. Viene utilizzato ancor oggi per spettacoli ed eventi di carattere culturale, soprattutto nella stagione estiva.

Sono presenti anche i resti di un santuario dedicato ad Esculapio, a cui i fedeli chiedevano la guarigione dalle loro malattie, e del foro romano. Il sito archeologico comprende anche una necropoli fenicia, un quartiere punico, situato al di sotto del pavimento del foro romano, e degli edifici paleocristiani, e le vestigia di una basilica paleocristiana.

Le Tombe dei Giganti, sparse per tutta l’isola

I siti archeologici della Sardegna

I siti archeologici della Sardegna: Photo by JohannBargeld via Pixabay/Pixabay License

Le Tombe dei Giganti risalgono all’epoca della civiltà nuragica, intorno al III millennio a. C. Si tratta di monumenti dedicati alla sepoltura collettiva, e sono chiamate così perché si dice che al loro interno siano state rinvenute ossa giganti.

Hanno una struttura particolare, caratterizzata da una facciata a semicerchio chiamata esedra. La forma dell’esedra ricorda le corna di un toro, animale divino per i Nuragici. Di fronte ad essa, spesso c’è un piccolo menhir. Le tombe sono spesso orientate verso la costellazione del Toro, a testimonianza che i Nuragici, pur non avendo lasciato alcuna testimonianza scritta, avevano una buona conoscenza dell’astronomia.

Le Tombe dei Giganti sono sparse lungo tutta l’isola.

Le terme di Fordongianus, dove gli antichi Romani si dedicavano al relax

Le terme di Fordongianus facevano parte dell’antica città romana di Forum Traiani, sede di scambi commerciali tra Roma e le popolazioni barbare. Erano chiamate Aquae Ypsitanae, ed erano composte da due stabilimenti: il primo, più a nord, risale al I secolo d. C., mentre il secondo fu costruito nel III secolo d. C.

Oltre ai classici tepidarium, calidarium e frigidarium, le Aquae Ypsitanae offrivano anche una piscina natatoria, per gli avventori che desideravano praticare un po’ di sport. L’acqua sulfurea del territorio, che sgorga a 55 gradi, oggi viene utilizzata a scopo terapeutico nello stabilimento termale di Fordongianus, un piccolo paese in provincia di Oristano.

Lo stupendo anfiteatro romano di Cagliari

Photo by ArtCoreStudios via Pixabay/Pixabay License

Cagliari è famosa per le sue spiagge, ma è anche ricca di cultura. Tra i monumenti più affascinanti della città c’è l’anfiteatro romano, databile tra il I ed il II secolo d. C.

Si stima che le sue gradinate, incavate nella roccia, potessero accogliere fino a 10.000 spettatori. I posti a sedere sono divisi in “sezioni”, chiamate imea, media e summa cavea, riservati alle diverse classi sociali.

L’anfiteatro cagliaritano fu riscoperto nell’Ottocento, quando il Romanticismo incoraggiò molti studiosi a riscoprire le rovine del passato.

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