La preistoria

Complesso nuragico

Sebbene sia attestata la presenza dell’uomo in Sardegna già dal paleolitico (150 mila anni fa), è soltanto nel neolitico che l’uomo vi si insedia in pianta stabile.

Le prime popolazioni Sarde stabili provenivano dalla attuale Toscana, dalla penisola Iberica e dall’Africa. Successivamente invece abbiamo l’arrivo, intorno al 2.000 AC, di genti venute dall’Anatolia e dalle isole dell’Egeo.

Tante sono le culture che caratterizzano l’evoluzione dell’uomo in Sardegna (Bonu Ighinu, Filigosa, Abealzu, Monte Claro, ecc), delle quali ci rimangono tracce di assoluta rilevanza come le vastissime necropoli ipogeiche presenti in tutta l’isola, alle quali la tradizione popolare ha dato il nome di “Domus de Janas” (case delle fate), od i grandi spiazzi puntellati da “Perdas fitas” o “Bètiles” (Dolmen, Menhir e Menhir antropomorfi).

Veduta dall'interno di un nuraghe

Col tempo i popoli Sardi si uniformarono culturalmente per lingua e costumi, dando vita intorno al 1.600 AC alla cultura Nuragica, che prende il nome dal monumento simbolo di tale cultura, ovvero il Nuraghe.

Si possono distinguere quattro fasi di questa grande civiltà in base all’evoluzione del Nuraghe:

  • Nuragico arcaico: sorgono i primi proto nuraghi, detti anche nuraghi a corridoio quali fulcro della comunità e centro del potere dei capi sia civili e religiosi.
  • Nuragico medio inferiore o classico: Il nuraghe raggiunge la perfezione formale, i grandi nuraghes monotorre alti anche più di 20 m nascondono al loro interno due o tre camere sovrapposte voltate a Tholos collegate da una spirale inframuraria di scale, nicchie, e mezzanini. Probabilmente si tratta dell’apice architettonica più alta raggiunta dall’uomo con la tecnica megalitica.
  • Nuragico medio superiore: attorno alle perfette torri nuragiche vengono costruite torri secondarie, mura, bastioni e camminamenti dando vita ai grandi nuraghi polilobati, dei veri e prori castelli della preistoria, attorno ai quali si sviluppavano dei villaggi anche di dimensioni ragguardevoli.
  • Nuragico finale: Si assiste all’abbandono, al degrado e talvolta all’abbattimento del nuraghe, il quale  non costituisce più il fulcro della società, ma diventa un elemento mitologico, come ci testimoniano i numerosissimi bronzetti che ritraggono capi tribù, guerrieri, sciamane, navi e anche il nuraghe, testimoni muti di un epos narrativo che non ha mai trovato le parole per essere raccontato, cioè di essere messo per iscritto.